Un nuovo, inquietante tassello si aggiunge al già complesso mosaico della morte di Liliana Resinovic, la donna di 63 anni scomparsa a Trieste e ritrovata senza vita nel gennaio 2022. Questa volta, a scuotere l’opinione pubblica è la confidenza di una vicina di casa di Sebastiano Visintin, marito della vittima:
“Io so tutto…”
Una frase pesante come un macigno, che lascia intendere l’esistenza di verità mai dette, dettagli taciuti e forse occulti intrecci che potrebbero ribaltare tutto ciò che si credeva di sapere sul caso.

🔍 Un Caso Avvolto da Silenzi, Contraddizioni e Ombre
Dal ritrovamento del corpo di Liliana, avvolto in sacchi di plastica e abbandonato in un boschetto isolato, la città di Trieste è diventata un epicentro di tensione, interrogativi e sospetti. Sebastiano Visintin ha alimentato ulteriori dubbi dopo giorni di silenzio, dichiarando:
“Il suicidio non può essere escluso.”
Una frase che ha fatto tremare le fondamenta dell’inchiesta, riaprendo scenari considerati improbabili e mettendo in discussione ogni supposizione precedente.
❗ Indizi Che Non Tornano: La Fede Scomparsa, Il Telefono Mancante, Le Tracce Tecnologiche
Liliana era uscita di casa senza telefono e senza fede nuziale. Un gesto che amici e conoscenti definiscono “impossibile”:
“Liliana non avrebbe mai lasciato il simbolo del suo matrimonio.”
Un altro dettaglio inquietante riguarda il cellulare di Visintin, che si sarebbe agganciato a una cella telefonica proprio nelle ore della scomparsa della moglie. Coincidenza o presenza non dichiarata?

💔 L’Accusa di Sterpin e la Vita della Vittima Prima della Morte
Claudio Sterpin, amico molto vicino a Liliana, accusa apertamente il marito, pur mantenendo ambiguità che alimentano il mistero. Liliana stava vivendo un periodo delicato, ma — assicurano i più — non c’erano segnali di un gesto estremo.
La casa trovata in ordine impeccabile dà l’impressione di una scena “pulita”, quasi preparata. Un diario personale, poi, rivela frasi che suggeriscono un peso psicologico insostenibile.
🧪 Il Guanto, la Polizza Vita e il Testimone Fantasma
Le indagini hanno portato alla luce un reperto sconvolgente: un guanto trovato nel laboratorio di Visintin, con tracce compatibili con i sacchi usati per avvolgere il corpo di Liliana.
In parallelo emerge l’esistenza di una polizza vita intestata alla vittima, un elemento che complica ulteriormente la narrativa del caso.
E poi c’è lui: il testimone fantasma.
Una persona che avrebbe visto due figure muoversi nella nebbia la mattina della scomparsa. Una testimonianza pesantissima… misteriosamente scomparsa dagli atti.

😰 Una Verità che Scappa, Una Città Divisa
Trieste si spacca tra chi difende Sebastiano e chi lo considera il principale responsabile. Le indagini rallentano, si contraddicono, si sovrappongono. Il caso appare intrappolato in un labirinto di ipotesi senza uscita.
E ora, la frase della vicina — “Io so tutto” — rischia di diventare la chiave di volta.
O una nuova porta verso ancora più domande.
❓ Chi ha spento davvero la voce di Liliana Resinovic?
La risposta, se mai arriverà, dovrà passare attraverso confessioni trattenute, indizi nascosti e una serie di silenzi che pesano quanto una sentenza.
Il nome di Liliana continua a risuonare come un richiamo doloroso: una donna, una vita spezzata, un mistero ancora lontano dall’essere risolto.
E l’Italia osserva, con il fiato sospeso.