Lamberto Sposini, una figura iconica del giornalismo italiano, è stato abbandonato al suo destino in un silenzio assordante che dura da oltre un decennio. Oggi, mentre il mondo continua a girare, la sua storia è ridotta a un’eco lontana, un triste promemoria di come la fama possa svanire in un attimo.

Dal 29 aprile 2011, data del suo ictus, Sposini ha visto la sua vita e la sua carriera ridotte a un’ombra di ciò che erano. La fasia che lo affligge gli impedisce di comunicare, privandolo della sua essenza, delle parole che per anni hanno informato e intrattenuto milioni di italiani.
La sua vicenda, una volta sotto i riflettori, è ora avvolta da un silenzio assordante. Le televisioni, che lo hanno celebrato e utilizzato per decenni, sembrano aver voltato pagina, ignorando un uomo che ha dato tanto al mondo dell’informazione. Lamberto è ancora vivo, ma per molti è come se fosse scomparso.

La sua quotidianità è sostenuta dalla figlia Matilde, la quale si prende cura di lui con un amore e una dedizione che commuovono, mentre il resto del mondo lo ha dimenticato. Sabina Donadio, una delle poche persone che mantiene i contatti con l’esterno, cerca di non far svanire la sua storia, ma l’indifferenza dei colleghi e delle istituzioni è palpabile.
La verità è cruda: Sposini, un uomo che ha scritto pagine fondamentali del giornalismo italiano, è stato lasciato solo, come se non avesse più valore. La sua storia è una vergogna collettiva, un riflesso di un sistema che esalta solo finché è conveniente e abbandona quando non serve più. Lamberto Sposini, con il suo sguardo silenzioso, ci ricorda ogni giorno questa amara realtà, e il fatto che pochi se ne accorgano è un ulteriore colpo al cuore della dignità umana. È tempo di rompere il silenzio e riportare alla luce la storia di un uomo che merita di essere ricordato.