Una famiglia che vive nei boschi dell’Abruzzo è al centro di una crisi senza precedenti. La Procura minorile dell’Aquila ha deciso di intervenire, richiedendo un’azione urgente per proteggere i tre bambini della coppia, attualmente privi di una vita normale: niente acqua calda, elettricità o istruzione formale.

La situazione è esplosiva, con un dibattito acceso tra sostenitori e oppositori della scelta di vita dei genitori anglosassoni, che affermano di voler educare i figli a contatto con la natura, lontano da una società che considerano tossica.
La magistratura sta valutando la capacità genitoriale della madre e del padre, in un contesto in cui l’affidamento temporaneo dei minori ai servizi sociali è diventato una possibilità concreta. Le accuse di grave pregiudizio nei confronti dei minori hanno sollevato un’ondata di solidarietà e contestazione, con gruppi di sostenitori che si sono recati nella loro abitazione per esprimere affetto e sostegno.

I bambini, di nazionalità australiana, non sono iscritti a scuola e vengono educati tramite homeschooling, ma la decisione finale spetta ora al tribunale per i minorenni. La tensione è palpabile: da un lato, la libertà di scelta educativa dei genitori; dall’altro, il diritto fondamentale dei minori a una vita dignitosa e a un’istruzione adeguata.
La comunità è in fermento, e il futuro della famiglia è appeso a un filo, in attesa di una risposta che potrebbe cambiare per sempre le loro vite.